domenica 4 maggio 2014


Ma le porte delle stanze dei medici erano tutte chiuse. Molto probabile che non si fossero ancora alzati. In sala d'aspetto c'era soltanto un infermiere, un giovanotto, Kolia Vdovushkin, con indosso un camice di bucato, che stava scrivendo dietro un tavolino immacolato.
 Nessun altro.
 Sciuchov si tolse il berretto come davanti a un capo e, con il vizio dei prigionieri di ficcare gli occhi dappertutto, vide che Nikolai scriveva, lasciando un po' di margine; righe uguali uguali, bene in colonna e che cominciavano sempre con la minuscola. Chiaro, e Sciuchov comprese subito che non era lavoro quello, che si trattava di un'occupazione extra. Ma non gliene fregava niente.








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